venerdì 7 luglio 2017

La favola dei pappagalli


In una foresta vivevano due pappagalli meravigliosi, il loro piumaggio era talmente splendido che brillava oltre le cime degli alberi e il loro splendore si rifletteva per terra come un caleidoscopio di mille colori.
Erano felici, non gli mancava nulla , avevano cibo in quantità e acqua pura.
Il loro verso echeggiava nella foresta e si sentiva anche in lontananza
Spesso si inseguivano per gioco ed il loro volteggiare era preludio di una danza d'amore
Il maschio, di nome Marajo, aveva piume lunghissime rosse, blu e verde.
La femmina, non meno bella di Marajo, aveva nome Arara.
Marajo e Arara erano felici, si erano conosciuti da piccoli.
Adesso i loro genitori erano avanti con gli anni e non riuscivano a stare dietro a loro, così spesso i due giovani pappagalli si ritrovavano insieme.
Erano felici, liberi del loro tempo, non avevano barriere, tutto intorno a loro era così bello! come una chiave di violino per iniziare la giornata, per vivere e cominciare ad amarsi.
Marajo e Arara decisero di mettere su " nido " per vivere insieme e non lasciarsi mai.
Così una mattina si allontanarono dal " nido paterno ".
Marajo aveva costruito un bel nido sotto le fronde di un albero,
lo aveva posto molto in alto, lontano da sguardi indiscreti, voleva stare solo con la sua Arara. Si era strappato anche qualche piuma nascosta per rendere più morbido e comodo il loro giaciglio.
Così i due innamorati di buon mattino, salutati dal canto di altri uccelli, iniziarono il loro volo per raggiungere la loro casa .
Era bello stare insieme, non lasciarsi mai, scherzare, ridere e volteggiare felici.
Il tempo passava, per loro era sempre gran festa, volavano insieme per andare a mangiare i semi, le bacche degli alberi ogni seme un bacio, i loro becchi si incrociavano di continuo.
Così arrivò il tempo di deporre le uova, la giovane Arara ci si accovacciò sopra e da quel momento non lasciò più il nido.
Marajo le portava da mangiare e la imbeccava, lei dall'alto guardava le meraviglie della foresta Che felicità ! Presto sarebbe diventata mamma responsabilità aumentavano, ma cosa importava, lei sognava già i suoi pulcini.
Dopo breve tempo nacquero due pappagallini, un maschio e una femmina, di nome Raggio e Luce. Arara era felicissima, non le sembrava vero che la sua famiglia era cresciuta, stava sempre accanto a loro.
Marajo certe volte era geloso dei piccoli perché Arara donava tutte le attenzioni a loro.
Il tempo passava, la famigliola era serena, Marajo e Arara si amavano,i piccoli crescevano ed il loro piumaggio era ancor più bello di quello dei genitori.
Un giorno Raggio decise di fare un viaggio, voleva uscire dalla sua foresta e vedere il cielo aldilà degli alberi, voleva conoscere altri luoghi, Arara pianse molto, gli fece mille raccomandazioni e gli disse di tornare presto.
Così Raggio spiccò il volo e cominciò a volare.
Ma le sue ali non erano fatte per lunghi viaggi e grandi altezze, volava un po’ e poi doveva fermarsi, la fame si faceva sentire, era molto stanco e non si fidava di andare alla ricerca di semi.
Nella sua foresta stava al sicuro, qui era in spazi aperti stanco ed infreddolito.
Da lontano vide un grande albero, lo raggiunse, ma quando gli fu vicino si accorse che era
occupato da altri uccelli, lui era un intruso, così cercò di riposare su di un ramo molto piccolo
La notte intanto era scesa, avvolgendo con il suo manto tutte le cose.
In cielo non c'erano stelle e tutto sembrava più scuro.
Al mattino le sue piume erano umide, bagnate di rugiada, non riusciva a spiccare il volo, gli occhi gli si riempirono di lacrime, pensava di aver sbagliato ad allontanarsi così tanto. Nella foresta la mamma il papà e la sorella pur continuando la loro vita di ogni giorno si sentivano molto tristi senza Raggio.
Luce guardava sempre sopra gli alberi nella speranza di vedere arrivare il fratello, ma i giorni passavano e di Raggio nessuna notizia.
Qualche giorno dopo Arara scoppiò a piangere sulle ali di Marajo, sembravano così lontani i giorni dell'amore!
Marajo cercò di consolarla ma lei era veramente disperata. 
Tutti gli uccelli corsero verso di loro, volevano aiutarli,
Arara era convinta che il suo giovane Raggio era in difficoltà, e il suo cuore di mamma non sbagliava.
Durante la notte si accorse che sotto il suo nido c'era uno scalpiccio di foglie, subito pensò al figlio lontano e volò fuori dal nido invece si trovò dinnanzi ad un elfo, Arara trasalì, l'elfo la tranquillizzò dicendole che aveva sentito il suo pianto e voleva aiutarla.
Questo piccolo elfo era molto buono e carino, era vestito di verde con un cappello a campanula blu, camminava saltellando come se non toccasse a terra, con un esile voce disse ad Arara di stare calma, ci avrebbe pensato lui a far tornare Raggio.
Soffiò dentro un piccolo corno che teneva legato alla cintola, subito accorsero altri elfi, stavano intorno a lui, nell'attesa di ricevere ordini.
Allora l'elfo disse ai suoi amici di cercare un grande uccello dalle ali forti per andare in cerca di Raggio.
Ben presto gli elfi sparirono, e ciascuno di loro iniziò la ricerca.
Finalmente si trovo una cicogna, la quale dopo aver parlato con i genitori e con gli elfi, si mise alla ricerca di Raggio. 
Volò in alto, e dopo qualche giorno vide il pappagallo viaggiatore appollaiato su di un albero, scese verso di lui e con dolcezza gli disse che si poteva fidare di lei.
Gli procurò subito un po’ di cibo, Raggio era affamato e stanco, la cicogna gli infondeva sicurezza, dopo aver mangiato cominciò a raccontare all'uccello il suo viaggio, la sua smania di voler vedere altri luoghi, era pentito per aver intrapreso un viaggio così lungo, aver fatto soffrire i genitori, aveva capito che il suo luogo era la foresta, aveva tutto lì, e solo adesso lo capiva.
La cicogna, lo invitò a salire sul suo dorso per riportarlo nella foresta.
Fu un viaggio lungo, ma la gioia di sapere che era aspettato con amore era grande.
Gli uccelli che stavano a scrutare il cielo nell'attesa del loro ritorno, non appena videro da lontano la cicogna con sopra le ali delle piume rosse e blu, chiamarono Marajo e Arara, Raggio finalmente era a casa!
Immaginatevi la gioia della famiglia! adesso erano insieme e al completo.
Raggio raccontò ciò che aveva visto, ma anche quel che aveva sofferto, il mondo era bello, infinito, ma il suo posto era lì, insieme ai suoi cari.
La vita ricominciò a scorrere come prima, in armonia e felicità, ma ahimè, Luce cominciò a dar preoccupazioni ai genitori, poco distante dal loro nido c'era un passerotto azzurro.
Luce si innamorò perdutamente di lui, e lui di lei, nonostante la loro diversità, andavano d'accordo. I genitori di Luce non vedevano questa unione, ma lei era convinta che insieme sarebbero stati felici. Così iniziò una storia d'amore tra una " pappagallina " dalle piume bellissime ed un passerotto " azzurro ". Luce ed il passerotto stavano sempre a chiacchierare,
spesso si sentiva il cinguettio sommesso del passero che le raccontava di se del suo amore per lei e del mondo. Luce stava ad ascoltarlo incantata, i loro progetti erano bellissimi, la loro vita sarebbe stata una favola.
Ma Marajo e Arara li ostacolavano, Luce vedendo che il loro amore era così difficile si immalinconì non mangiò più, non volava più, le lacrime scendevano dai suoi occhi copiosamente, le piume non le risplendevano più. I genitori vedendo la loro amata figlia così infelice acconsentirono a questa unione. Da quel momento Luce riacquistò la gioia di vivere, era talmente gioiosa che riusciva a pigolare come il suo passerotto.
Nel contempo anche Raggio aveva trovato un amore, la famiglia era adesso unita e tranquilla, Marajo e Arara ricominciarono ad amarsi teneramente, rincorrersi e volteggiare come un tempo, Raggio stava sempre con il suo grande amore. 
Luce era talmente felice di stare con il suo passerotto azzurro che quando volava di notte, la foresta risplendeva di mille colori.

Dedicata a tutti i compagni bambini dei pappagalli!! Buon week end...

"Alla zampa di ogni uccello che vola è legato il filo dell'infinito."
(Victor Hugo)