venerdì 31 gennaio 2020

Scimmie di rara bellezza.

Conosco due tipi di bellezza, la prima di tipo soggettivo, la seconda di tipo oggettivo. 

La bellezza di una persona la ritengo di tipo soggettivo veda lei signora.

Il pappagallo Dracula

 bello e spaventoso



La testa di un avvoltoio e il corpo di un pappagallo: questa non è una creatura fantasy, questo è il pappagallo Dracula.

Il Pappagallo di Pesquet (Psittrichas fulgidus)conosciuto anche come "pappagallo Dracula" in alcune parti del mondo, è uno splendido esemplare di dimensioni medio-grandi, con un piumaggio prevalentemente nero e rosso. Si tratta di una specie originaria della Nuova Guinea, di cui forse avrete sentito poco parlare dato il numero limitato di esemplari attualmente viventi. Redlist, infatti, lo annovera tra le specie "vulnerabili", perciò potenzialmente a rischio estinzione. (Wikipedia)

Chiamato anche il pappagallo di Pesquet o  pappagallo di Vulturina, il pappagallo Dracula si trova solo nelle foreste pluviali ai piedi e nelle montagne inferiori della Nuova Guinea.

Perché si chiama pappagallo Dracula? Per alcuni motivi.
Uno di questi è il suo verso terrificante, duro e aspro quasi un ringhio.
Il pappagallo del Pesquet è un frugivoro altamente specializzato, che si nutre quasi esclusivamente di alcune specie di fichi.
È uno dei tre pappagalli con facce senza piume.
Si pensa che si sia evoluto in questo modo per evitare che le piume diventino opache con la polpa della frutta di cui si nutre.
Se non hai mai sentito parlare di questo uccello, non è troppo sorprendente.
Attualmente sono rimasti solo tra i 20 e 49.000 pappagalli maturi e la loro popolazione sta rapidamente diminuendo.
La specie subisce una notevole pressione di caccia per le sue piume e il suo ambiente viene invaso dagli umani.
La caccia alle piume è aumentata con la crescita della popolazione.
I pappagalli vivono più a lungo e vivono meglio, con meno persone intorno.
Ci sono un certo numero di specie che vengono scoperte solo ora, e molte altre ancora ne verranno scoperte.
art. tratto da altervista.

I like che contano.

1like ricevuto da donna Erminia (donna rigorosamente in minuscolo). 
Chissà se avrà letto o solo pigiato il like, mi auguro per la sua intelligenza le sia sfuggito il contenuto del post. 

giovedì 30 gennaio 2020

Abbracci per nulla interessanti.

Dove si possono collocare questi abbracci? Attimi sociali... 
Minacce... O altro ancora? 

Pappagalli in casa: specie diverse con necessità comuni.

art. di Anna Romano.

Sul mercato se ne trovano tanti e gli uccelli vanno acquistati con enorme consapevolezza. Impegnandosi a rispettare tutte le loro necessità, dal volo alla continua stimolazione cognitiva.



Le specie selvatiche appartengano al loro ambiente naturale. Tuttavia, riteniamo corretto parlare anche di animali che, pur non essendo domestici, sono oggi diffusi come pet, proprio perché la scelta di acquistare una specie esotica richiede la massima consapevolezza da parte dell’aspirante proprietario. La detenzione di queste specie è strettamente regolata dalle normative nazionali e internazionali: in particolare attraverso la CITES, recepita in Italia principalmente con la legge 150/92, che ha lo scopo di tutelare le specie dallo sovra-sfruttamento attraverso la normazione del commercio internazionale, e i decreti sulle specie pericolose per l’incolumità e la salute pubbliche. 
Chi sceglie di convivere con un animale selvatico ed esotico deve assicurarsi che la sua detenzione sia effettivamente permessa e di acquistarlo da venditori autorizzati, che garantiscano la legalità della provenienza. Inoltre, deve essere in grado di garantirgli condizioni di vita idonee, curando il benessere psicofisico di specie adattate ad ambienti ben diversi dal nostro. E senza mai credere che, in caso di ripensamenti, l’abbandono sia una soluzione.

Quello dei pappagalli è un fascino tutto particolare. E non solo per i colori sgargianti, che ce li fanno associare immediatamente al concetto di “esotico” – perfino dove hanno ormai colonizzato le città italiane – , ma anche per le loro caratteristiche cognitive e sociali, ricche e complesse. Il rapporto ASSALCO-Zoomark 2019 riporta che sono 12,8 milioni gli uccelli tenuti dalle famiglie italiane; purtroppo, però, non è noto quanti di questi siano rappresentati da pappagalli.
Certo è che il mercato ne propone un notevole numero di specie: si va dagli ara, provenienti dal Sudamerica e che possono superare gli 80 centimetri di lunghezza e il chilo di peso, ai piccoli “inseparabili” africani; dai pappagalli cenerini dell’Africa equatoriale ai cacatua provenienti da Malesia, Australia, Nuova Zelanda, Indonesia e Filippine.
 È responsabilità e dovere del proprietario informarsi e garantire all’animale scelto il rispetto delle sue caratteristiche etologiche, per assicurargli il benessere psicofisico. Comunque, possiamo delineare alcuni principi da tenere in considerazione quando si medita l’acquisto di un pappagallo.

Libertà di volare…

Iniziamo dallo spazio. I pappagalli sono volatori e in natura possono coprire vaste distanze; confinarli perennemente in una gabbia è quindi deleterio per il loro benessere. Il volo rappresenta un esercizio fisico di grande importanza per la salute fisica e mentale dei pappagalli, che la vita sedentaria sembra predisporre a malattie cardiovascolari.
Lo spazio da mettere a disposizione dell’animale dipende anche dalla specie ma, in generale, «Più è, meglio è: i pappagalli sono purtroppo ancora oggi tenuti spesso in gabbie, e anche troppo piccole. L’ideale sarebbe invece mettere a loro disposizione una stanza dove possano stare liberi e in sicurezza, e consentire che possano accedere al resto della casa quando il proprietario è presente», spiega a OggiScienza Marco Bedin, responsabile della medicina e chirurgia degli animali esotici e selvatici presso la clinica veterinaria “Euganea”.
«Se non è disponibile una stanza adatta a lasciarlo da solo può avere senso, per prevenire infortuni quando il proprietario non può monitorarlo, tenere per brevi periodi il pappagallo in gabbia o voliera – ma queste devono essere sufficientemente grandi da consentirgli di muoversi agevolmente».
Per quanto riguarda l’uso di gabbie è bene prestare attenzione che non contengano metalli pesanti: le sbarre e i rivestimenti delle gabbie, nonché altri accessori della gabbia e giocattoli e le maglie delle voliere, possono infatti contenere zinco, e rappresentano la principale fonte d'intossicazione da questo metallo per gli uccelli. Decisamente sconsigliato l’uso della catenella per legare il pappagallo al trespolo, peraltro vietata da molte regioni italiane, perché rischia di infliggere danni alle zampe dell’animale quando prova ad allontanarsi.
Attenzione, comunque, a far sì che gli ambienti in cui il pappagallo può muoversi non siano anche ambienti da cui possa fuggire. «I pappagalli sono generalmente curiosi ed esploratori, e la maggior parte di loro non esiterà ad avventurarsi fuori da una finestra aperta se ne ha l’occasione», continua Bedin. Alle fughe e agli abbandoni illegali si deve la diffusione di pappagalli in diverse città europee.
«Si tratta prevalentemente di parrocchetti monaci e dal collare, che sono riusciti a riprodursi e stabilirsi anche al di fuori del loro habitat – e soprattutto in ambienti urbani – con grande successo», continua il veterinario. In alcuni Paesi, i parrocchetti hanno provocato danni all’agricoltura (ad esempio in Spagna) e sono entranti in competizione con alcune specie native per le mangiatoie, ma anche per i siti di nidificazione.

…e libertà di socializzare

Un altro aspetto fondamentale da tenere in considerazione quando si sceglie di vivere con un pappagallo è la socialità. Questi uccelli vivono solitamente in stormi, e hanno una vita sociale ricca e complessa, indagata anche da diversi studi scientifici. Ad esempio, un lavoro di qualche anno fa aveva mostrato come i parrocchetti monaci in cattività, la cui socialità gira intorno alle coppie – in natura, questi pappagalli sono stati spesso osservati volare in due – mostrino una specifica preferenza proprio per un determinato compagno e non per altri, senza necessariamente formare una coppia maschio-femmina; in altre parole, il legame non è casuale.
Alla coppia di pappagalli che forma il “mattone di base” per la socialità del gruppo si associano poi dinamiche di fissione e fusione dei sottogruppi, che possono formare legami più o meno stretti e con una gerarchia di dominanza. Ciò significa anche che questi pappagalli sono in grado di tenere a mente gli altri individui del gruppo e le relazioni avute con loro in precedenza.
Più recentemente, uno studio pubblicato su Current Biology ha mostrato la presenza di comportamenti prosociali nei pappagalli cinerini (ma non nell’altra specie di pappagallo sottoposta agli esperimenti, l’ara testablu). Agli uccelli veniva insegnato che, dando allo sperimentatore un gettone, potevano ottenere cibo in cambio: i pappagalli cinerini offrivano spontaneamente il gettone ai compagni. «È da sottolineare come i pappagalli cinerini fossero intrinsecamente motivati ad aiutare gli altri, anche se non erano loro amici», ha spiegato in un comunicato uno degli autori dello studio. «Ci ha sorpreso che sette pappagalli su otto fornissero spontaneamente il gettone al compagno già nel primo trial, quindi senza aver fatto esperienza precedente del setting sociale e senza sapere che successivamente sarebbero stati testati anche nell’altro ruolo».
Anche in ambiente domestico, quindi, i pappagalli non dovrebbero mai essere relegati in solitudine: devono poter stare con i membri della famiglia e possibilmente con conspecifici con cui “parlare la stessa lingua”. Ricordiamo che i pappagalli sono prede, in natura, e la relazione con altri animali domestici come il cane e il gatto può non essere sempre consigliabile. Come già scritto per i conigli, la loro natura di prede implica anche che bisogna rapportarvisi con delicatezza.

Un malessere evidente

Per garantire il benessere dei pappagalli, quindi, interazioni sociali e spazi idonei sono basi fondamentali. La restrizione negli uni e negli altri ha effetti spesso ben visibili: stress, paura e noia si esplicitano con una serie di alterazioni comportamentali che vanno dalla diminuita all’aumentata vocalizzazione, dalla mancanza di appetito all’auto-deplumazione, fino alla presenza di comportamenti stereotipati, come il masticare in modo incessante le sbarre della gabbia, o spostarsi avanti e indietro seguendo sempre la stessa traiettoria.
Tutti questi comportamenti sono indicativi di una condizione di malessere del pappagallo che non è messo in condizione di rispettare le sue caratteristiche etologiche. Uno studio del 2015 ha valutato proprio come le condizioni spaziali e sociali in cui è tenuto l’animale (dimensione della gabbia e numero d’individui presenti) influenzi i comportamenti stereotipati. Poco sorprendentemente, gli autori hanno notato un aumento di tali comportamenti quando lo spazio e la possibilità d’interazione sono limitati; hanno inoltre osservato una differenza tra i maschi, che tendono maggiormente a mettere in atto comportamenti come il becchettare punti immaginari e muoversi incessantemente, e le femmine, che tendono a masticare la maglia della gabbia e urlare in modo incessante.

Una mente attiva: l’importanza dell’arricchimento ambientale

Garantire il rispetto delle caratteristiche etologiche dei pappagalli significa anche ricordare quanto questi animali siano complessi dal punto di vista cognitivo: oltre agli aspetti sociali di cui abbiamo parlato, solo per fare degli esempi, in diverse specie è stato riportato l’uso di oggetti (per accedere al cibo manipolato) e diversi lavori hanno evidenziato le abilità di problem solvingdei pappagalli. Stimolarli dal punto di vista mentale, quindi, rappresenta un altro aspetto fondamentale da considerare se si desidera tenere un pappagallo in casa.
«Uno dei principali problemi dei pappagalli in cattività, e che porta ai comportamenti di stress, è la noia», spiega Bedin. «L’arricchimento ambientale è un elemento importantissimo per un pappagallo tenuto come pet: il proprietario deve fornirgli stimoli, e non solo nel senso di giochi con cui passare il tempo. Ad esempio, tendiamo a fornire ai nostri animali il cibo sempre nello stesso posto, con grande regolarità: perché non cercare di indurli a mettere in atto comportamenti di foraging (ricerca del cibo) come farebbero in natura? Il cibo può ad esempio essere nascosto in una scatola che il pappagallo deve imparare ad aprire; quando ha imparato Lesi cambia strategia, così da non annoiarlo mai. L’aspetto dell’arricchimento ambientale, inteso anche come occupazionale, è stato purtroppo a lungo negletto dai proprietari; oggi, però, molti cominciano a capirne l’importanza».
Inoltre, l’arricchimento ambientale sembra essere correlato a una minor paura degli oggetti nuovi e verso gli umani sconosciuti, soprattutto quando si impiegano oggetti nuovi a rotazione, invece di lasciare a disposizione dell’animale sempre gli stessi.

martedì 28 gennaio 2020

Ancora sul Volo in sicurezza.

Sig. Sergio, spostare l’attenzione verso altri argomenti chi scrive per lei è molto abile, fin troppo abile, ma chi ci legge sapere chi può essere più idiota tra me e lei poco importa come poco importa dove vive lei o dove vivo io e  sa perchè?




Semplicemente perchè l’argomento di discussione è la sicurezza del volo che ovunque si voli con i pappagalli si cerca di migliorare.
Allora visto che io insegno volo libero con i pappagalli, i miei pappagalli volano liberi da molto tempo, e da qualche anno assieme ad altre persone voliamo in varie zone d’Italia un piccolo bagaglio di esperienza me lo sono fatto, lei che non fa volo libero, non conosce la materia, non la insegna  pertanto leggendo ed osservando potrebbe imparare.

Al momento NON esiste nessuna zona  del corpo di un pappagallo sicura che possa essere indenne  e non raggiungibile dal becco pertanto l’antenna della telemetria o del GPS è sempre a rischio.

1)Clip a coda: 

 abbiamo fatto più volte questa esperienza con vari soggetti e quasi tutti si sono tolti la clip nel giro di pochi giorni sovente facendo parecchi danni alle timoniere.

2)Posizionamento su zampa:

viene ben tollerata da quasi tutti i soggetti anche quando questi sono fermi sulla spalla, braccio, posatoio certamente se un pappagallo si dovesse fermare su qualche pianta potrebbe essere lesionata e perdere l’animale (casualità possibile anche in falconeria), non abbiamo mai avuto problemi o casistiche di antenne impigliate da rendere il pappagallo impossibilitato a ripartire dal punto dove si era fermato.

3)A zainetto:

 il sistema a zainetto da falconeria è in assoluto il sistema più pericoloso  se il soggetto si dovesse fermare su qualche ramo e si impiagliasse lo zainetto (cosa già accaduta) potrebbe essere molto difficile il recupero, abbiamo allora pensato di modificare una pettorina Aviator per renderla più sicura e sembra dare dei buoni risultati in termini di sicurezza in ogni modo se il pappagallo si dovesse fermare l’antenna sarebbe comunque a rischio come fosse applicata alla zampa.


Attualmente il punto più sicuro per l'antenna rimane la clip a coda, ma dobbiamo ancora trovare un sistema di fissaggio alle timoniere da poter applicare al momento del volo e poi togliere a fine sessione o a fine giornata.

Lui e loro

Lui Serse sempre attento non gli sfugge nulla.

A volte mi chiedo...

A volte mi chiedo se ne vale la pena discutere, confrontarsi per migliorare.
A volte basterebbe osservare cosa fanno fuori dal confine del proprio salottino buio per imparare. 
In Italia siamo ridotti così a causa di persone che vorrebbero e magari potrebbero anche apportare dei miglioramenti per i nostri "compagni di Vita", ma che per scelta, egoismo, cattiveria, manie di protagonismo preferiscono continuare a dare cattiva informazioni. 
Fuori si punta al volo in sicurezza e allora si vedono queste corrette abitudini.
Buon Volo a tutti e ricordiamoci che un volo in sicurezza, mette in sicurezza loro e noi in tranquillità. 

sabato 25 gennaio 2020

Ciò che conta....

Ciò che conta nella Vita sono gli affetti, gli amici, quelli  che comunque ci sono sempre, quelli che hanno il coraggio di informarsi capire cambiare idea, dire scusa... ho sbagliato.
Loro.... 

venerdì 24 gennaio 2020

Penseranno al nido?

Ax e Yuma immortalati a controllare uno scatolone vuoto.... penseranno al nido?
🌹🌹🌹🌹🌹

Vergoni sai quanti "topolini" come Sergio servono per asfaltarmi?.... manco l'auto ha...

Il nulla attira il nulla. 
Sergio posta sul suo profilo, ma non è lui a scrivere, ma sopratutto non sarà certo questa satira spiccia ad asfaltarmi stanne certo Vergoni

Serse

faccia o testa di.....

Lui senza capelli ha proprio la testa di.....
Ma giustamente non si pettina e non si guarda allo specchio. 
Un vero peccato si guardasse eviterebbe di scrivere cazzate.