mercoledì 31 maggio 2017

Totò Peppino e i Rompicoglioni..

Totò che fai sul ramo?
Peppino tu che sei esperto, cosa intendono quando mi dicono "scendi"?
"Scendi" vuol dire che vogliono che "scendi"...
Ah, e come mai?
Non lo so, è una cosa loro, probabilmente vogliono sentirsi potenti..
Perfetto, allora scendo! Grazie!!
NO, NO, NOOOO!! Sei pazzo?????
Perché'??
La Prima regola è NON SCENDERE MAI!! Fai finta che sei IDIOTA, non obbedire e fatti dare più mandorle possibili...
Azz... quindi li frego a stì rompicoglioni... scendi, sali, parla, entra, esci, vola, ritorna... tutti che sanno che cosa voglio fare!!! li detesto!!
A me lo dici? Mi hanno ripulito il CONTO FIDUCIARIO!!! Avevo messo via circa 3000 € e ora mi hanno ripulito!! Ladri e rompicoglioni!
Totò ma come possiamo liberarci di loro?
Peppino i rompicoglioni sono ovunque e sono sempre in agguato, per questo è importante imparare a difendersi dai loro attacchi, così come lo è riuscire a prevenirli...
COME????????? ME LO SPIEGHI?
Certo... ecco come fare:



Come ci si libera di un rompicoglioni?
Uno dei metodi attraverso i quali il rompicoglioni professionista manifesta la propria acidità prevede il rilascio di commenti infastiditi. Commenti, questi, all'interno dei quali il rompicoglioni esprime tutta la sua (finta) delusione o il suo (fittizio) rammarico, come ad esempio: “Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più originale da questo articolo. Peccato”.
Come rispondere, quindi, a un’esternazione del genere?
Semplice: rimpallando l’aspettativa al mittente e mostrando un’inarrivabile umiltà.
Per riprendere l’esempio visto sopra, la formula che più di tutte mi sento di consigliare è: “Per carità: mai avuto la pretesa di essere originale”, la quale funge non solo da “elemento rimbalzante”, ma esprime un senso di umiltà assoluta, quasi “cristiana”, alla quale non è possibile replicare.
Una combinazione, questa, che spingerà il rompicoglioni di turno a ritirarsi dalla discussione.
Rimbalzare è bene, ma non dare spago è meglio!!!!
Di rompicoglioni è pieno il mondo e raramente vale la pena mettersi a discutere.
Tanta gente parla senza aver capito il significato di cosa ha appena letto (il famigerato “analfabetismo funzionale“) e ciò rende il lasciarsi trascinare nelle discussioni totalmente inutile.
Ignorare è spesso la soluzione migliore, ma se proprio avete tempo e voglia di dare spago a chi vi rompe i coglioni, provate a mettere in atto quanto avete appena letto e fatemi sapere.

Alla prossima! 
Totò e Peppino vi lasciano con questa perla di saggezza:

Muore la pecora, muore l’agnello,
muoiono il bue e l’asinello,
muore la gente piena di guai,
ma i rompicoglioni non muoiono mai.


Articolo pubblicato ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge. I fatti ed i personaggi narrati in questo articolo sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.

lunedì 29 maggio 2017

COME EVITARE I SACCENTI!!

Prima di ascoltarli ... Se potete... Scappate!

Totò e Peppino di ritorno dal live alla festa del cinghiale di Sbrignellonzone sul Mincio, parlano della giornata è discutono su un'argomento che li preoccupa assai: i saccenti!
Ecco quindi che uniscono le loro prodigiose menti e tengono on line una splendida lezione su come evitare e difendersi dai SACCENTI.

Loro sono lì, sempre pronti a elargire la propria sapienza, anche senza che glielo si chieda. Sono i saccenti, coloro che pensano di sapere tutto meglio di chi hanno davanti e non si trattengono dal manifestare questa presunta superiorità con consigli non richiesti, sermoni compiaciuti, critiche salaci ed evidenziando che soltanto loro sanno che cosa è bene o male, utile o inutile, giusto o sbagliato.
In genere quello che trasmettono è questo messaggi: tu sbagli, tu non capisci, non hai fatto abbastanza, non hai scelto bene, non vai bene, insomma sei un’incapace meno male che ci sono qua io per risolvere i tuoi problemi!
Esistono però delle buone regole per neutralizzarli: eccole.

La prima regola: lasciarli parlare e non porre loro mai domande!!
Più di ogni altra cosa, i saccenti amano essere ascoltati: se fai loro credere di farlo con attenzione si sentiranno soddisfatti e si disinnescheranno presto da soli, certi di averti convinto!

- Anzitutto individuali con certezza: non è difficile!

I saccenti danno consigli senza richiesta, non chiedono mai, non hanno dubbi, criticano anche senza conoscere bene la situazione, ostentano le loro opinioni e le loro conoscenza, non hanno l'umiltà di ascoltare, non cambiano mai idea. Il vero sapiente fa l'opposto: ascolta, chiede, comprende. Solo su richiesta, e solo a volte, suggerisce qualcosa.

- Conosci bene te stesso per proteggerti al meglio

Se ti accorgi di essere influenzabile dalla falsa sicurezza dei saccenti, non raccontare loro troppe cose di te. Se hai un progetto o un'idea, prima agisci e porta a compimento, o verrai continuamente disturbato da critiche e consigli. Riduci anche le confidenze o verranno usate per crearsi una visione di te che diventerà un inossidabile pregiudizio.

- Disattivali così

Se parli con un saccente evita di:
Fargli domande come se fosse un oracolo;
Combatterlo o competere con lui in una gara di ostentazione; lascialo parlare senza farti impressionare.
Piuttosto cerca di selezionare: a volte tra quello che dice c'è qualcosa che ti potrebbe servire per capire subito dove scappare il più lontano possibile!!!



Buona meditazione da Totò e Peppino!!

Articolo pubblicato ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge. I fatti ed i personaggi narrati in questo articolo sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.

sabato 27 maggio 2017

I CATTIVI MAESTRI - CAPITOLO SECONDO

A che pensi Totò? che faccia triste!!!

Penso... lo sai che domani e' la giornata mondiale dei pappagalli?

Certo che lo so... sarò un asino (Peppino soffre di "enne" personalità e' un ararauna che si crede asino) ma lo so' che domani e' la tua festa...
Se vabbè lassa perde...
Insomma che hai?
Facciamo così Peppino, ti racconto una storia non mia ma che dovrebbe servire "alle tre sorelle" (non quelle di Kafka) ma a quelle del "NOI sappiamo tutto, VOI siete nessuno" a meditare....
Ti ascolto Totò.... come si chiama la favola?
Si chiama: 



Questa è la storia di un topo, un uccello e una salsiccia che decisero di vivere assieme. La loro casetta sorgeva, bianca, con un bel tetto di paglia, in una radura in mezzo alla foresta: tutt'intorno crescevano alti alberi e nel profondo della foresta tenebrosa si aggiravano orsi e lupi.
I tre amici si erano divisi i compiti: l’uccello doveva provvedere alla legna da ardere, il topo accendeva il fuoco, portava l’acqua dal pozzo e apparecchiava la tavola, e la salsiccia cucinava.
Tutto andò bene per un po’ e i tre vivevano felici e contenti. Ma un bel giorno, l’uccello, volando nella foresta in cerca di legna, incontrò un corvo e chiacchierando con lui cominciò a vantarsi della sua buona sorte e dell’eccellente accordo che aveva stretto col topo e con la salsiccia.
“Craa!” gracchiò il corvo. “E la chiami fortuna questa? Dammi retta, il grosso del lavoro lo hanno scaricato su di te: eccoti qua a faticare per raccogliere la legna, mentre il topo e la salsiccia se ne stanno tranquillamente a casa. Immagino che il topo possa concedersi un bel pisolino dopo aver acceso il fuoco, portato l’acqua e preparata la tavola. Quanto alla salsiccia, quella sì che può prendersela comoda! Non deve far altro che sorvegliare la pentola, e quando è ora di pranzo rotolarsi una o due volte nella verdura, ed ecco fatto: la verdura è condita, salata e pronta da mangiare! Ti sembra faticoso?”
L’uccello ascoltò attentamente il discorso del corvo, e cominciò a pensare che quel che aveva detto doveva essere vero. Così il giorno dopo, quando fu il momento di andare a raccogliere la legna, dichiarò al topo e alla salsiccia: “Ne ho abbastanza di fare i lavori più pesanti in questa casa! So benissimo come ve la prendete comoda mentre io volo nella foresta. Bisogna che stabiliamo un altro accordo: mi rifiuto di andare ancora a raccogliere la legna.”
Il topo e la salsiccia ci rimasero male. Era andato tutto così bene fino a quel momento: ognuno aveva fatto il suo dovere senza lamentarsi. Comunque, decisero di sorteggiare i compiti. L’uccello prese tre rametti: chi avesse estratto il più lungo avrebbe raccolto la legna, chi il più corto avrebbe cucinato, e chi quello di mezzo, avrebbe acceso il fuoco, preparato la tavola e preso l’acqua.
Fu così che alla salsiccia toccò raccogliere la legna, all'uccello accendere il fuoco, preparare la tavola e prendere l’acqua, e al topo cucinare.
La salsiccia andò dunque nella foresta: ahimè, non aveva fatto molta strada quando si imbatté in un lupo affamato, che la divorò in men che non si dica. Questa fu la fine della salsiccia.
L’uccello, nel frattempo, dopo aver acceso il fuoco, si era recato al pozzo per prendere l’acqua.
“Il topo non se la prendeva tanto comoda, dopotutto!” pensava affaticandosi a tirar su il pesante secchio. Ma ahimè, nel momento in cui il secchio stava per raggiungere l’orlo del pozzo, l’uccello perse la presa, e nel tentativo di riafferrarlo, cadde nell'acqua e affogò. Questa fu la fine dell’uccello.
E il topo? Ignaro della sorte toccata ai suoi amici, sorvegliava la pentola, mescolando la verdura. Quando fu ora di pranzo si ricordò che la salsiccia era solita rotolarsi nella verdura per condirla e salarla, e volle fare lo stesso. Ma ahimè! Buttarsi nella pentola e finire arrostito fu tutt'uno. Questa fu la fine del topo.
Così la casetta nella radura rimase vuota e abbandonata, ed è un peccato, perché se l’uccello non avesse dato ascolto ai cattivi consigli del corvo, i tre amici sarebbero ancora là e vivrebbero felici e contenti.

MORALE: non ascoltaTE i corvi invidiosi!!!!  ATTENZIONE AI RAGGIRI !!!!!!


Articolo pubblicato ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge. I fatti ed i personaggi narrati in questo articolo sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.





giovedì 25 maggio 2017

I BRAVI MAESTRI

Che cosa distingue la nostra mente da quella di un animale? Si potrebbe pensare alla capacità di progettare utensili o alla comprensione del passato, che ci inducono a considerare noi stessi come la specie più eminente del pianeta. In anni recenti, però, queste affermazioni sono state confutate da una rivoluzione nello studio della cognizione animale. Se consideriamo il modo in cui i polpi usano le noci di cocco per mimetizzarsi o la prodigiosa memoria di cui dà prova un giovane scimpanzé oggetto di studio all’Università di Kyoto, dobbiamo concludere che la capacità di ideare strumenti o di ricordare il passato non sono caratteristiche esclusivamente umane. Frans de Waal, che in questo ambito di studi non ha rivali al mondo, riporta qui ricerche condotte sulle più varie specie, dai delfini alle pecore, dalle vespe ai pipistrelli, per mostrare quanto sia vasta l’intelligenza degli animali e quanto noi siamo stati sciocchi a sottovalutarne le capacità così a lungo....

Aggiungo un pensiero che vale per "me" nel mio lavoro con le magnifiche creature chiamate pappagalli: Saper insegnare non è un talento innato. E non s’impara neanche con una laurea in pedagogia: a fare la differenza è il lavoro nei work e il confronto con gli altri e il vivere 24/24 h con queste creature...“se non riesci a spiegare una cosa in modo semplice è perché non l’hai capita abbastanza”... allora lasciaTE perdere e non rompeTE i telomeri a chi ha anni e anni di vita vissuta con grandi pappagalli!

https://books.google.it/books/about/Siamo_così_intelligenti_da_capire_l_int.html?id=YiVBDQEACAAJ&redir_esc=y

Invito alla lettura di questo libro di cui sopra ho riportato la descrizione e il link!

Totò.... Scusa Peppino ma sei un somaro quindi oggi parlo io che tra i due sono quello intelligente...
Peppino... Caro Totò avrai pure ragione a definirmi somaro ma oggi mi viene di dire sta cosa: dalla lettura della tante cazzate che scrivono sul web posso dire che mi tornano in mente le parole di un certo "dottore" che in un bel film disse: "Hai guardato ma non hai visto"...
Adoro Hannibal Lecter...
Cosa abbiamo per cena stasera? ....
ENJOY!!!!!

Frans de Waal  Per chi non lo conoscesse clikkare il link!!!



Articolo pubblicato ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge. I fatti ed i personaggi narrati in questo articolo sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.

mercoledì 24 maggio 2017

Peppino e le vacanze siciliane!!

Caro Totò qui tira una brutta aria…
In che senso?
Vogliono farci saltare per aria come a Falcone e Borsellino…
Peppino ma che ti sei bevuto?
Se se… mi arrivano minacce di morte da parte dei Cugggggini Pappamafiosi di Geoba, dicono che se vado a fare le vacanze a Taormina mi mettono una bomba nel nido e mi fanno abbrustolito con le patate!!
Veramente? E quindi ora che fai? Hai già prenotato il treno, l’albergo, la spiaggia, il the freddo e le infradito con i bermuda... (te lo sei messo in valigia il telomero?)...
Boh… quello si vuole vendicare perché’ ho detto a tutti i pappagalli che è stato inseminato dalla dottoressa Ghipupù e ora è incinto come una foca monaca e lui per vendicarsi ha detto a Saruzzo il puzzone suo cugino che appena metto zampa in terra sicula mi fanno la festa!
Aaaaa ma allora hai capito male Peppino… vedrai che ti fanno una bella festa perché si sono liberati di quell’idiota di Geoba… ma chi lo vuole un parente così?
Vai pure a Palermo Peppino, tanto quel poveraccio di Geoba minaccia di morte tutti poi si va a nascondere oppure se le prende pure dal cane della perpetua del prete di Voghera…
Sarà una festa bellissima, tanta gente che tirerà un sospiro di sollievo quando sapranno che lo scemo del villaggio sta al pappacomio di Stoccolma a fare da cavia come incubatrice…
Quindi secondo te Totò non ci sono problemi? Posso andare?
Vai Vai che Don Saro Partinico da Montelepre, capofamiglia e uomo d’onore ti accoglierà a ali aperte… grande amico mio… lo chiamano u boss “ca purtari chiummu”…per cui Peppino mio stai sereno e ricorda “Scinni di puppa e acchiana di prua” che unn'è muru pi Alcamu…. Chi ha voluto capire…. Baciamo le ali!!!

Articolo pubblicato ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge. I fatti ed i personaggi narrati in questo articolo sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.

martedì 23 maggio 2017

Non possiamo distogliere lo sguardo....

In questa giornata di dolore per i fatti successi a Manchester, non pubblicheremo nulla in merito alla saga di Totò e Peppino... Siamo vicini al dolore delle famiglie e piangiamo con loro le vittime della cattiveria umana..,
Soffrire per la morte di una persona cara è come essere gettati in un fiume e lottare contro corrente, con emozioni potenti e contraddittorie. È qualcosa che ci scaraventa in acque oscure, dove è impossibile respirare.... Se solo imparassimo dagli animali... quanto meraviglioso potrebbe essere questo mondo che noi umani stiamo distruggendo?


La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
Se ascolto, sento i tuoi passi
esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo.
Non ha nido la menzogna.
Mai nessuno s’è smarrito.
Tutto è verità e passaggio

Fernando Pessoa



lunedì 22 maggio 2017

Totò Peppino e la macao killer!

Col mio fidato compagno Totò, detto “ l’elegantone” per la raffinatezza del suo abbigliamento, stavo trascorrendo liete ore su uno scoglio di Mergellina, cercando di dimenticare tutti i problemi che avevo lasciato nel nido a nidificare e sperando con questi giorni di vacanza di alleggerire la situazione psicologica depresso/cacatuica in cui mi ero cacciato avendo deciso di dimenticare l’episodio dell’ospitare per un po’ di giorni Geoba nel nostro nido prima che finisse al pappacomio di Stoccolma… Credetemi non lo si poteva più sopportare, la situazione era terribile, Geoba scoreggia dalla mattina alla sera e la puzza è ormai pari solo a una fogna a cielo aperto… dovevo andarmene… una mia vecchia conoscenza tale “Scalogno” una specie di tutto fare e nulla concludere (vi parlerò di lui più avanti) mi vende in cambio di due kg di erba cipollina un pacchetto vacanze a Mergellina e voilà…Peppino (io) e Totò partiamo!!!!! Tra un mucchio di spazzatura ed un cumulo di bottiglie di plastica, abbrustolite al sole, arrivammo a Mergellina e trovammo un comodo posticino in cui accamparci. Una lucente distesa di petrolio si spalancava dinanzi ai nostri occhi, sul quale enormi scheletri di navi cinesi galleggiavano sull'acqua. Da queste si tuffavano in mare topi e piccioni, impegnati in fanciulleschi giochi d’acqua. In lontananza qualche temerario pappagallo cocorito osava nuotare beatamente, domandandosi quali e quante malattie avesse contratto. Ispirati dal mare di Mergellina, declamavamo ad alta voce manga pappapornografici. Qualche tempo dopo, su uno scoglio poco più distante dal nostro, una macao racchia e avvizzita dall'aria truce si sdraiò… L’inquietante macao ci scrutò col suo sguardo torvo, poi estrasse dalle ali un libro e si immerse nella lettura. Confidai a Totò i miei inquietanti pensieri: Totò la dottoressa Ghipupù ci ha seguiti…Guarda che occhi malvagi…Totò si mostrò contrariato: -ma non dire sciocchezze, su! Guardala, è una macao raffinata, dalla cultura che ama leggere -. Poi si sdraiò con un sorrisino soddisfatto e chiuse gli occhi. Leggermente rassicurato ma divorato dalla curiosità, mi contorsi nelle posizione più strane del kamasutra per pippati per conoscere il titolo del libro. Lo scorsi: “Come uccidere il vostro vicino di scoglio e vendere le sue piume su Ebay”. Terrorizzato e palpitante, allarmai il mio amico Totò. Lui, pur non verificando la veridicità delle mie parole, sfrecciò tra gli scogli a zampe levate, spingendomi involontariamente in un declivio. Ferito ad una zampa, fui impossibilitato a muovermi. La macao, presumendo di aver letto il necessario, si diresse verso il mio corpo malandato brandendo un mattarello, letale arma adoperata dalle casalinghe. Svuotato di ogni speranza e completamente terrorizzato, fui fulminato da un lampo di genio…mostrai alla racchia macao le mie zampe. Scappò schifata urlando nein nein, tu puzi tu puzi…. Non so se l’ avesse turbata di più l’alluce valgo, il pollice a martello, il ditone a cipolla, lo zampone piatto, l’unghia incarnita o semplicemente la puzza. Fatto sta che ebbi salva la vita. Cotto al sole, fui assolto da quella posa imbarazzante da un corpulento pescatore che mi aveva scambiato per una cozza…mi attaccai a uno scoglio, solo e impaurito come un asino senza un domani e pregai pregai pregai… apparve la luce!!! Quante stelle piene di link che indicavano la retta via per andare a fare pubblicità gratuita a poveri somari nel mondo! Sei stato scelto, questo mi diceva la voce… ok risposi io e quindi? Vedrai cose che voi pappaggalli nemmeno vi sognate…( che me ne fotte a me… soooooo’ un asino) segui i link diceva la voce … segui i link….scarica i pdf gratis che poi diranno che non e' vero che c'erano... E seguiamo sti link, che poi a forza di seguire i link e dare luce a chi vive nell'ombra rischi pure l’insolazione da esposizione ….


A domani gente e ricordate il motto di Totò e Peppino …ENJOY THE SILENCE…


Articolo pubblicato ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge. I fatti ed i personaggi narrati in questo articolo sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali. 





sabato 20 maggio 2017

Geoba e il pappacomio di Stoccolma

Allarme.... allarme....aiutoooooo..... Totòòòòòòòòò... saremo tutti pesati! 
Peppino che stai a dire? 
Totò qui ci vogliono pesare tutti, dicono che siamo ciccioni, che mangiamo le fistole e che abbiamo le pistole in gola e le siringhe nelle ali, che saremo rinchiusi tutti al pappacomio di Stoccolma perché li' curano quelli che hanno questa malattia... (ma da quando noi pappagalli abbiamo sta roba?) perché quel deficiente di Geoba ha cantato pur di pararsi il culo con la dottoressa Ghipupú e per evitarsi le torture da Scarogno ora che lo hanno rinchiuso dentro al pappacomio di Stoccolma! 
Quindi ha detto pure che la sera facciamo il bagno nudi perché siamo unti e bisunti e che lui si mette la pettorina del cane perché è deviato sessualmente?
Si ha detto tutto lo spione maledetto.... ora che si fa? 
Mmmm ci devo pensare Peppino... qui la situazione si fa pesante dobbiamo avvisare gli "altri" e poi cominciare a fare la "resistenza" .... 
Quindi andiamo in guerra Totò? Diventiamo partigiani? 
Si... dobbiamo combattere per i nostri diritti... tutti devono sapere che Geoba è un traditore pagato dai rettiliani per dire che il cibo che ci vogliono rifilare è ottimo quando a me fa schifo, (mi sogno tutte le notti la pappa dei pappi: melone, kiwi, banana, papaia, mango, mele Royal, mele Golden, verdura appena colta, petali di rosa profumatissima, mix di spezie, semi germinati, propoli argilla ventilata, insomma io voglio frutta e verdura fresca).... aaaaa i vecchi tempi quando si stava così bene senza quel minchione che s'inventa cagate spaziali e poi diciamola tutta secondo me si è inciuciato con i doctor così dicono che siamo malati e ci fottono un sacco di pappasoldi....
Lo so, lo so, Totò tu hai ragione da vendere ma quanti di noi dovranno soffrire per colpa di questa marmaglia che specula su tutto e s'inventa minchiate che non esistono???????????
Vedrai che una soluzione la troviamo Peppino abbiamo le prove del legame occulto tra i rettiliani e i massoni, il mio mini pony e l'unicorno di Cicci la pantera/amazzone le hanno nascoste e difenderemo la popolazione pappagallara inerme ad opera dei rettiliano-massoni a cui Geoba appartiene....occorre l'intervento dei Pap in Black.... se lui è incinto (ma davvero e' stato inseminato in un esperimento dalla Ghipupù??) sarà un'invasione di perculatori, dobbiamo subito provargli la febbre caprina con un telomero quando è nudo nel nido dove nidifica e poi solo con l'ausilio del gas Zyklon B appena lo faranno uscire dal pappacomio BUMMMMM..... 
Domani Peppino, chiamerò il Crostone ( famigerato falco albanese assatanato di soldi e killer di professione) ci costerà un sacco di pappasoldi ma è l'unico che potrà rispondere a cosa servono gli slot uniti delle armi di Final Fantasy VII e che ha capito se Geoba sia una cornacchia o un topo/shitzu per cui per eliminarlo.....

Devo interrompere qui la storia, mi sono accorto che ho bisogno di altro materiale per poter vedere come farla proseguire poiché le cazzate dette da Geoba non sono molto interessanti e quindi attendo cagate migliori che SONO certo non tarderanno ad arrivare... A presto!!

Cari lettori Totò e Peppino sono in splendida forma, mangiano sano, stanno bene e seppur disturbati dalla fantomatica doppia personalità sono e restano i mitici protagonisti della saga.... a lunedì con nuovi sviluppi, sperando che Geoba ci offra materiale migliore per scrivere avventure sempre nuove e surreali! Un saluto da Stoccolma paese ilare che non ho capito che azzo c'entra con la sindrome di cui soffre Geoba, ma ormai non esiste sindrome di cui il nostro povero cornacchia non sia affetto! 
Con tanto affetto... Totò e Peppino.... 

Articolo pubblicato ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge. I fatti ed i personaggi narrati in questo articolo sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.

venerdì 19 maggio 2017

Geoba e i telomeri della MERKEL

Oggi al bar “degli spiumati” il silenzio è pesante come una tomba….
Totò entra e vede Peppino in un angolo che piange disperato, la Cicci (un’amazzone fronte gialla che si crede una pantera) lo sta consolando ma nulla.. Peppino è disperato!!
Insomma che succede? Peppino calmati.. che mi sono perso?
Hanno portato via Gioba…
E dove?
Al pappacomio!
Perché? Aveva finito la terapia, sembrava stesse bene, scoreggiava, ruttava, puzzava e diceva cagate galattiche, insomma era rinsavito!!
Noooo, invece no, il documento del TSO ( Trattamento sanitario obbligatorio n.d.r) lo aveva falsificato, ti ricordi due mesi fa, quando aveva portato un fascio di documenti e diceva che li vendeva a 5 euro a chi voleva cambiare identità? Bene io li ho visti!! Tutti falsi!! In uno diventavi proctologo, in un altro becchino, poi ingegnere nucleare spaziale, biologo delle parti montagnose dell’astigiano ….
Quindi era tutto falso? Era ancora sotto TSO?
Si! Sono venuti quelli della forestale con una dottoressa tale Ghipupù, una macao laureatasi con Josef Mengele e  un infermiere  tale Scarogna un kakapo obeso che urlava – prendetelo prendetelo- la dottoressa che diceva – nein nein bizogna lecarlo….
Geoba si era nascosto dietro un barile di red bull ma non si era messo le ali e cosi lo hanno acchiappato e portato via mentre urlava – voi non sapete chi sono io!!!!
Vabbè quello non sa nemmeno lui chi è!
Caspita mi perdo sempre tutto! Ero al maneggio a fare dressage ( vi ricordo che Totò è un cloropthero che si crede cavallo) vengo qui a farmi una birretta e guarda che casino!
Vabbè Peppino ora calmati….
Calmarmi! Quella pazza mi voleva mettere la sabbia nelle mutande ( dice che a Geoba da quando lo cura cosi ha smesso di cagarsi addosso) a me … ma lo sai che se metti la sabbia nelle mutande di un asino (Vi ricordo che Peppino è un ararauna che si crede asino) non ragli più ?
Peppino io se te la devo dire tutta sono contento che hanno portato via Geoba, era un po’ che lo vedevo strano, mi voleva fare iscrivere a una specie di anagrafe dove se ti perdi paghi e ti ritrovi da solo, poi a una rivista austriaca dove dicono che se stai con gli altri diventi imbecille come loro, ( per non parlare di stì cazzo di telomeri dei miei cabasisi che a me, me ne frega come andare a fare la pipì sull’Everest…
Ma sai Totò che alla fine hai ragione? Ora che mi sono calmato mi ricordo che  a me diceva che non potevo avere amici perché gli asini non volano e mi voleva per forza presentare sua sorella un’ameba con la sindrome della sfiga eterna che, diceva lui porta bene a chi se la sposa!
Ragazzi meno male che ci sono io qui, come sempre i cavalli che sono intelligenti (Totò parla da cavallo mentre si preeninga le timoniere) trovano una soluzione a tutto… domani si parte per Mergellina, week end al sole e raggi alfabetagamma come non ci fosse un domani!
Ps ricordatevi di portarvi i telomeri per stendervi in spiaggia!!

(Nota dell’autore)
Non ho messo la traduzione del racconto in lingua originale ( l’austroasburgico) perché cosi anche quel poveraccio di Geoba lo sdentato mentre si cura al pappacomio lo può leggere, se non ricordo male tra le sue tante personalità era anche un giornalista della PLUS famosa rivista che si legge dal barbiere!


“Era un uomo così antipatico che dopo la sua morte i parenti chiesero il bis.” 
Cit. Totò

Articolo pubblicato ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge. I fatti ed i personaggi narrati in questo articolo sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.




giovedì 18 maggio 2017

Geoba la cornacchia cenerino e i telomeri....

Siamo nel bar "Gli spiumati", noto ritrovo dei pappagalli bipolari e autistici a Milano... 

Come butta oggi Totò? 
Bah... ciao Totò, ci sei pure te Geoba? Ti hanno annullato il TSO? 
Geoba... (Geoba è il barista sdentato, pelato è sempre sbronzo che si crede una cornacchia ma è un povero cenerino spiumato che gestisce la piola "il rifugio dei senza tetto").... 
Peppino è da stamattina che sto aspettando che arrivi... 
Taci Totò... Geoba smetti di succhiare il caffè e per piacere mettiti la dentiera che non ti si può guardare, sputacchi ovunque... 
Ma dove sei stato Peppino? 
Arrivo adesso dal congresso sui telomeri... Geoba tu che sei esperto di telomeri quando è stata l'ultima volta che ti sei misurato il telomero della tua regione terminale di quei tre cromosoma composti di DNA altamente ripetuto che protegge l'estremità del cromosoma stesso dal deterioramento o dalla fusione con cromosomi confinanti di quel povero cervello da pappacornacchia che ti ritrovi? Mmmmmm.... è stato circa due mesi fa, avevo ripetute flatulenze intestinali e allora la mia trainer psicomagabadante mi ha fatto fare un test per vedere se sono antropomorfizzato tramite un'impregnante e caso strano mi hanno trovato un neurone telone... 
Caspita Totò hai sentito? Geoba ha un neutrone vibrione! 
Seeeeeee ma quale vibrione... NEUTRONE! 
Ha un neutrone.... chissà se è nidificato?
Peppino tu a telomeri come stai messo! 
Male! Ho due teloni sopra la voliera che sbattono quando tira vento e ho chiamato la forestale per denunciare i polimetri, ma quelli mi hanno risposto che sono morte tutte le vacche per la pleurite e sono troppo incasinati per andare a riparare i teloni.... 
Geoba ma poi del neurone che ti hanno trovato che ne hai fatto? 
L'ho messo al sole così si abbronza e quando lo porto fuori con la pettorina si ciucca con i raggi alfabetagamma e i valori dei termometri tornano normali! Le facce di Totò e Peppino sono sconvolte poveri pappagalli, vedere Geoba ridotto così è straziante.... 
Vabbè ragazzi vi saluto che ho un mezzo appuntamento con una cloropthera che si crede una cammella , domani vi racconto se ho pucciato o se ho covato un uccello nidicolo con la supercazzola di Antani! 

Ora vi lascio... a domani con un reportage sulle coliche apatiche di Geoba la cornacchia cenerina! 

Articolo pubblicato ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge. I fatti ed i personaggi narrati in questo articolo sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.

mercoledì 17 maggio 2017

Totò e Peppino alla mostra...


Seduti al bar davanti al palazzo di Pagazzano Totò e Peppino discutono....

Totò ma sai che a Pagazzano c'è la mostra di Dalì? Andiamo?
Peppino: IO non mi muovo da qui...
Che succede?
So stufo, mi hanno bocciato per la quarto volta alla patente!
Evvabbe' dai... noi voliamo a che ci serve?
VOLIAMO????????? io sono un asino, la finite di dirmi che sono un pappagallo? SONO UN ASINO!!!
Ascolta Totò abbiamo pagato 280 euri per fare il corso di socializzazione primaria e secondaria dove la maestra ci ha detto che siamo due pappagalli con sindrome di asper... non mi ricordo... e che guariremo presto con la sua terapia di socializzazione astratta e confusa ...
Tu dici? e allora perché continuo a sentirmi un pappasino e pure senza un soldo?
Ascolta diamole fiducia, se anche Freud parla di socializzazione primaria e secondaria vuoi che noi in terziaria non impareremo a socializzare?
Peppino tu sei scemo!
Totò tu sei cretino!
Ok Totò per oggi abbiamo socializzato abbastanza ora vado che se chiudono la stalla mi tocca dividere il prato con le capre!
Ciao Peppino, a domani... ultima domanda: ma secondo te tra noi due chi e' più intelligente?
La maestra idiota, la paghiamo per curarci e guarda come siamo ridotti!!!


a domani....... con i telomeri!!!

NB>> Articolo pubblicato ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questo articolo sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.




martedì 16 maggio 2017

CHIARIAMOCI UNA VOLTA PER TUTTE: SOCIALIZZARE FA BENE O SE TE NE STAI PER FATTI TUOI VIVI MEGLIO?

PARTE PRIMA : PARLIAMO SERIAMENTE DEI PULLI ALL'ASILO

Un pullo di pochi mesi ha bisogno di socializzare? Da che età  i pulli cominciano a voler stare con i propri coetanei e li cercano per giocare con loro? E’ capitato a tutti di sentirsi raccontare che il pullo della tal persona è stato iscritto all'asilo nido a pochi mesi perché ama stare con gli altri ed è pronto per socializzare. E’ diffusa l’idea che i pulli piccoli vogliono e devono socializzare, ne hanno bisogno. Per capire se questa idea sia vera e fondata dobbiamo fermarci a riflettere, e la riflessione dovrebbe partire dai bisogni del pullo. Subito dopo la nascita i bisogni del pullo sono soddisfatti soprattutto dalla figura materna. La mamma pappagalla riesce a provvedere a tutto ciò di cui il pullo/neonato ha bisogno, semplicemente assecondando le sue richieste. Da questi primi contatti tra la mamma pappagalla e il pullo nasce la prima forma di socializzazione. Il pullo, infatti, socializza fin dalla nascita, nell'incontro con la madre e poi con il padre. I fratelli e la famiglia allargata sono parte di questa socializzazione naturale che prevede un approccio graduale a tutte le figure che ruotano intorno al pullo. La socializzazione è, quindi, un processo spontaneo che entra a far parte della vita del pullo passo dopo passo. E’ artificioso pensare che il pullo abbia bisogno di socializzare, perché di fatto lui già  socializza fin dalla nascita, e lo fa nel modo e nei tempi che gli sono più consoni. La crescita del pullo si accompagna ad una sempre maggiore socializzazione che è mediata dall'adulto (pappagallo papà o pappagalla mamma) di riferimento. Un pullo per i primi anni di vita non ha necessità  di confrontarsi con i pari (pulli della stessa età ) ma ha bisogno di figure di riferimento stabili che durino nel tempo. Con questo vogliamo semplicemente ricordare che del nido il pullo ha più bisogno dell’educatrice (che sia punto di riferimento costante e valido) che non dei pulli che condividono lo spazio con lui. Infatti, fino a tre anni i pulli raramente giocano insieme, spesso giocano vicini, si contendono i giochi ma non percepiscono il gioco come modo di condividere tempo e spazi con altri piccoli della loro età . La socializzazione con i pari non deve quindi diventare il metro con il quale scegliere chi accudirà  il pullo nei primi anni della sua vita. Il timore che i pulli crescano isolati o asociali se passano la maggior parte delle loro giornate con i genitori, o i proprietari umani è infondato. Nel primo periodo della loro vita i pulli costruiranno con le figure di riferimento le relazioni privilegiate che saranno la base sicura su cui fondare tutte le relazioni e le esperienze successive…. In maniera chiara e semplice senza usare paroloni che dopo il primo paragrafo farebbero addormentare pure una mummia abbiamo cercato di spiegare la socializzazione… Iscrivete pure i pulli all'asilo ma non aspettatevi miracoli, il rischio maggiore risiede in coloro che si fregiano di essere insegnanti, pur non conoscendo argomenti che insistono col nominare... Vi auguriamo di trovare una buona maestra!!! 

PARTE SECONDA : Totò e Peppino iniziano la loro avventura nel mondo!!
Ps a breve un articolo sull’ auto-preening… parola terribile su cui scriveremo circa duecento volumi stile Treccani… ops scusate inseriremo anche un’antologia comportamentale sulla  prosocialità … ma per fare ciò ci abbisogna di tempo,...perché chiederete voi?
Perché stiamo studiando due pappagalli talebani ( Totò e Peppino) che non sono stati socializzati e imprintingati bene , soffrono di doppia personalità e si credono uno un cavallo e l’altro un asino…. A breve su questo blog!!!!


domenica 14 maggio 2017

Anche i pappagalli si chiamano per nome!!


Lo dimostra uno studio dell'ornitologo Karl Berg della Cornell University


Un gruppo di ricerca guidato dal giovane ornitologo Karl Berg della Cornell University ha verificato che il richiamo dei pappagalli, quel verso che identifica i singoli membri di una colonia, non è determinato geneticamente ma viene appreso dialogando con i membri del nucleo familiare. Lo studio di Berg ha dimostrato che i pappagalli apprendono il loro verso identificativo in maniera molto simile a come i nostri bambini imparano il proprio nome.Per cercare di comprendere di più sui linguaggi di comunicazione degli uccelli, Berg ha iniziato dalla base, lo studio del 'nome' dei singoli individui di una colonia di parrocchetti Forpus. Il problema principale, spiega lo stesso ricercatore, è la difficoltà nel cogliere le piccole variazioni presenti nel loro richiamo. "E' impossibile trovare un senso ai loro vocalizzi semplicemente ascoltando - ha raccontato Berg - l'unico modo per studiare il loro linguaggio é quello di convertire i loro suoni in uno spettrogramma e analizzarlo al computer per rilevare delle ripetizioni o delle variazioni". I parrocchetti, come molti altri pappagalli usano il loro richiamo in molti modi per comunicare con il resto della loro comunità, ad esempio tornando nel nido generalmente emettono il loro fischio ricevendo spesso risposta dal compagno. Conclude Berg : “ è un po' come quando ritorni a casa e dici Amore, sono tornato!".

venerdì 12 maggio 2017

Perché i pappagalli parlano?


Perché i pappagalli parlano?
Il pappagallo è forse l’ animale da compagnia che più soddisfa il desiderio di alcune persone, ovvero che l’animale parli la loro stessa lingua. Però, in realtà, questa bellissima famiglia di volatili, gli psittaciformi, hanno la grande capacità di imitare la voce umana, ma non di parlare la stessa lingua degli uomini. Anche se ancora non è chiaro se capiscano o meno quello che le persone dicono e che poi loro ripetono.

Cerchiamo di capire la ragione per cui i pappagalli parlano
I pappagalli, così come altri tipi di uccello, possiedono la fistole, una membrana situata tra la trachea e i bronchi che permette loro, con l’aiuto di due camere, di realizzare due suoni contemporaneamente. Anche se non hanno corde vocali, questi suoni possono essere molto complessi. Inoltre hanno una lingua molto lunga, che permette loro di imitare la voce umana. Tramite dei piccoli movimenti possono dar forma all'aria che emettono e generare suoni differenti, un meccanismo molto simile a quello utilizzato dall'uomo. Fino a un po’ di tempo fa si pensava che i pappagalli imitassero i suoni dell’ambiente circostante e che i maschi avessero un repertorio più esteso per poter impressionare le femmine. Tuttavia, in un articolo pubblicato sulla rivista Science è stato rivelato che, in realtà, questi uccelli sono animali molto socievoli che si imitano l’un l’altro. Si giunse a questa conclusione dopo un’ osservazione di un gruppo di pappagalli, liberi nelle foreste venezuelane, durata per ben 24 anni. Per spiegarlo con parole più o meno semplici: emettono suoni di contatto e li utilizzano per intensificare i rapporti sociali. È come se i pappagalli pronunciassero i loro stessi nomi e i nomi dei loro compagni. Inoltre gli spettrogrammi dei suoni emessi da questi uccelli mostrano la presenza dei pattern che permettono di identificare il pappagallo che gli emette come membro di un particolare gruppo di uccelli, qualcosa come il “cognome” delle persone. Si è anche dimostrato che i genitori utilizzando richiami diversi per i loro pargoli e che questi li imparano quando hanno dalle 3 alle 4 settimane. Questi versi sono utilizzati dai pappagalli per, attraverso alcune modifiche particolari, costruire un “nome” proprio. Inoltre l’identificazione per mezzo di messaggi sonori permette a genitori e figli di ritrovarsi con relativa facilità tra un gruppo numeroso di uccelli. L’ornitologo Karl Berg, dell’università di Cornell (Stati Uniti), cercò di dimostrare che questi richiami non sono innati, ma che invece vengono appresi. Per tale ragione spostò dei pulcini appena nati dal nido dei genitori ad un altro. Osservò così che i pulcini invece di emettere il richiamo dei genitori, emettevano quello dei genitori adottivi. Questo tipo di sviluppo delle abilità viene chiamato imprinting. (ndr) Tutto fa sembrare che il genitori insegnino ai cuccioli alcune informazioni basiche e che ciascun pulcino apporta in seguito alcune modifiche per ottenere un richiamo unico. Inoltre si crede che i membri della famiglia si possono riconoscere anche dopo aver abbandonato il nido familiare per molto tempo.

Un pappagallo in casa
Se è un ambiente selvaggio i pappagalli apprendono a comunicare con i genitori ripetendo i suoni che possono ascoltare, mentre quando sono tenuti in cattività riproducono i suoni emessi dai loro padroni. Per questo parlano, nel senso umano della “parola”. Però non dobbiamo sentirci unici. I pappagalli possono anche imitare cani e gatti e qualunque altro animale domestico. Riescono anche a riprodurre il campanello, i suoni provenienti dalla strada o dal telefono. Si crede che, in un ambiente domestico, questi uccelli possano utilizzare la loro abilità di riprodurre suoni umani come un mezzo di stimolo risposta. L’animale infatti pensa che, con queste imitazioni, riceva una risposta positiva che si traduce principalmente in cibo o attenzioni. Manca ancora da provare se le parole che pronunciano abbiano effettivamente un significato per loro o meno. Nessuno studio ha  ancora confermato questa teoria, per il momento. In ogni caso, ricerche a parte, i pappagalli sono creature molto intelligenti. Basterà che dedichiate loro un po’ del vostro tempo per osservarli e rendervi conto del loro incredibile “quoziente intellettivo”, per chiamarlo in qualche modo. E, che capiscano o no quello che dicono, in un paio di anni possono imparare tra le 200 e le 250 parole, che sapranno utilizzare poi nei momenti più appropriati. Il motivo può essere che questi uccelli hanno bisogno di richiami particolari per il gruppo di cui pensano di fare parte. Tuttavia, anche se rimaniamo impressionanti dall'abilità di questi volatili di imitare il nostro linguaggio, non bisogna dimenticare che i pappagalli possiedono altri modi per comunicare, oltre alle parole. E, forse, questi animali stanno aspettando che anche noi esseri umani scendiamo dal nostro piedistallo e impariamo a comunicare per mezzo del loro linguaggio.


martedì 9 maggio 2017

Vivere con un pappagallo: il linguaggio del corpo


Per i più esigenti ecco invece un estratto da un simpatico breviario per la comprensione del linguaggio del corpo “pappagallesco”. Una sorta di Guida galattica per autostoppisti declinata in versione pappagallara, buon materiale per pappagallari neofiti o aspiranti tali.



.Fermo su un piede solo: mi sto rilassando.
.Fermo su un piede solo, digrignando il becco: mi sta venendo sonno…
.Testa rivolta all'indietro, infilata sotto l’ala: sto dormendo, shhht!
.Coda scrollata: ok, adesso sono pronto per qualcosa di nuovo!
.Becco strofinato avanti e indietro contro il trespolo: mi sto pulendo la faccia.
.Fermo dritto, con lo sguardo rivolto verso di te: sono pronto per essere preso su!
.Becco a terra, piume del collo arruffate: voglio un grattino, daaaai, un grattino sul  collo…
.Testa all'ingiù, ala sinistra completamente estesa: grande stretching!
.Inchino e poi rigurgito: TI AMO!
.In piedi dritto, guardando fisso verso di te: sto aspettando che tu guardi da  un’altra parte, così posso fare qualcosa di cattivo.
.Afferrato al tetto della gabbia con entrambi i piedi e il becco: sto andando da  qualche parte.
.Appeso dal tetto della gabbia con entrambi i piedi: sto giocando.

Vivere con un pappagallo: l’ironia è tutto..

Vivere con un pappagallo è un’esperienza con la E maiuscola. Un’esperienza mai banale o scontata. Gratificante per i palati più raffinati e curiosi ma, di certo, sconsigliata se l’idea di un essere alato in casa vi ricorda solo il film Gli Uccelli di Hitchcock o se pensate che avere un pappagallo sia giusto qualcosa di esotico per arredare casa.
Ecco, allora, in questi casi vivere con un pappagallo non è l’esperienza che fa per voi (e forse non siete nemmeno particolarmente portati per la convivenza uomo-animale). Gli psittacidi sono, infatti, esseri molto intelligenti, socievoli, indubbiamente divertenti ma anche alquanto esigenti.
Gli studi sull’intelligenza cognitiva di queste meravigliose creature che da secoli sono allevate (e anche illegalmente “deportate”) per diventare i nostri – cosiddetti – animali da compagnia abbondano. Oggi tuttavia mi accontento di incuriosirvi con alcune informazioni ironiche (ma con molte verità) per capire cosa significa vivere con un pappagallo.

"Vivere con un pappagallo: decalogo di convivenza"
1. Se piace a te, è mio
2. Se riesco a raggiungerlo, è mio
3. Se è nel mio becco, è mio
4. Se riesco a prenderlo a te, è mio
5. Se l’ho avuto poco tempo fa, è mio
6. Se è mio, non deve mai sembrare tuo in nessun modo
7. Se sto masticando qualcosa tutti i pezzi sono miei
8. Se sembra che sia mio, è mio
9. Se l’ho visto per primo è mio
10. Se hai qualcosa e lo posi, è mio
Jane Hallander, comportamentista aviaria


Nota su Jane Hallander… giusto per chiarire che questo decalogo e’ stato scritto da lei!!!!!!
Sifu Jane Hallander è scomparsa il 12 febbraio 2002 all'età di 57 anni. Morì di cancro il giorno di Capodanno dell'anno del cavallo, la mattina, a casa sua a Novato, in California.
Jane amava gli animali e aveva un regalo speciale per comunicare con loro. È stata un'esperta di successo e ben nota Animal Communicator & Avian Behavior Specialist. Ha pubblicato un nastro video di comunicazione animale con ALC Productions. Ha spesso aiutato le persone che hanno avuto difficoltà con i loro animali domestici comunicando con gli animali e raccontando ai proprietari perché il loro animale domestico era infelice… (n.d.a)

lunedì 8 maggio 2017

Il mio viaggio con loro

Il mio viaggio con loro...
Il mio stormo e' la mia vita, loro sono me e io sono loro... 
Ogni giorno con loro e' un dono meraviglioso, viverli, osservarli, amarli...volare con loro...Imparo da loro e loro mi accettano senza se e senza ma, con i miei difetti e i miei pregi.



Il pappagallo

La bestia ha le piume di tanti colori
che al sole rilucon cangiando.
Su quella finestra egli sta da cent’anni
guardando passare la gente.
Non parla e non canta.
La gente passando si ferma a guardarlo,
si ferma parlando fischiando e cantando,
ei guarda tacendo.
Lo chiama la gente,
ei guarda tacendo.
Aldo Palazzeschi