martedì 16 maggio 2017

CHIARIAMOCI UNA VOLTA PER TUTTE: SOCIALIZZARE FA BENE O SE TE NE STAI PER FATTI TUOI VIVI MEGLIO?

PARTE PRIMA : PARLIAMO SERIAMENTE DEI PULLI ALL'ASILO

Un pullo di pochi mesi ha bisogno di socializzare? Da che età  i pulli cominciano a voler stare con i propri coetanei e li cercano per giocare con loro? E’ capitato a tutti di sentirsi raccontare che il pullo della tal persona è stato iscritto all'asilo nido a pochi mesi perché ama stare con gli altri ed è pronto per socializzare. E’ diffusa l’idea che i pulli piccoli vogliono e devono socializzare, ne hanno bisogno. Per capire se questa idea sia vera e fondata dobbiamo fermarci a riflettere, e la riflessione dovrebbe partire dai bisogni del pullo. Subito dopo la nascita i bisogni del pullo sono soddisfatti soprattutto dalla figura materna. La mamma pappagalla riesce a provvedere a tutto ciò di cui il pullo/neonato ha bisogno, semplicemente assecondando le sue richieste. Da questi primi contatti tra la mamma pappagalla e il pullo nasce la prima forma di socializzazione. Il pullo, infatti, socializza fin dalla nascita, nell'incontro con la madre e poi con il padre. I fratelli e la famiglia allargata sono parte di questa socializzazione naturale che prevede un approccio graduale a tutte le figure che ruotano intorno al pullo. La socializzazione è, quindi, un processo spontaneo che entra a far parte della vita del pullo passo dopo passo. E’ artificioso pensare che il pullo abbia bisogno di socializzare, perché di fatto lui già  socializza fin dalla nascita, e lo fa nel modo e nei tempi che gli sono più consoni. La crescita del pullo si accompagna ad una sempre maggiore socializzazione che è mediata dall'adulto (pappagallo papà o pappagalla mamma) di riferimento. Un pullo per i primi anni di vita non ha necessità  di confrontarsi con i pari (pulli della stessa età ) ma ha bisogno di figure di riferimento stabili che durino nel tempo. Con questo vogliamo semplicemente ricordare che del nido il pullo ha più bisogno dell’educatrice (che sia punto di riferimento costante e valido) che non dei pulli che condividono lo spazio con lui. Infatti, fino a tre anni i pulli raramente giocano insieme, spesso giocano vicini, si contendono i giochi ma non percepiscono il gioco come modo di condividere tempo e spazi con altri piccoli della loro età . La socializzazione con i pari non deve quindi diventare il metro con il quale scegliere chi accudirà  il pullo nei primi anni della sua vita. Il timore che i pulli crescano isolati o asociali se passano la maggior parte delle loro giornate con i genitori, o i proprietari umani è infondato. Nel primo periodo della loro vita i pulli costruiranno con le figure di riferimento le relazioni privilegiate che saranno la base sicura su cui fondare tutte le relazioni e le esperienze successive…. In maniera chiara e semplice senza usare paroloni che dopo il primo paragrafo farebbero addormentare pure una mummia abbiamo cercato di spiegare la socializzazione… Iscrivete pure i pulli all'asilo ma non aspettatevi miracoli, il rischio maggiore risiede in coloro che si fregiano di essere insegnanti, pur non conoscendo argomenti che insistono col nominare... Vi auguriamo di trovare una buona maestra!!! 

PARTE SECONDA : Totò e Peppino iniziano la loro avventura nel mondo!!
Ps a breve un articolo sull’ auto-preening… parola terribile su cui scriveremo circa duecento volumi stile Treccani… ops scusate inseriremo anche un’antologia comportamentale sulla  prosocialità … ma per fare ciò ci abbisogna di tempo,...perché chiederete voi?
Perché stiamo studiando due pappagalli talebani ( Totò e Peppino) che non sono stati socializzati e imprintingati bene , soffrono di doppia personalità e si credono uno un cavallo e l’altro un asino…. A breve su questo blog!!!!