C’era una volta, nel Paese dei Pulcini, un pulcino gigante di nome Pione.
Rispetto agli altri pulcini era alto cinque volte di più e largo per tre; quando camminava, pigolava o sbatteva le ali emetteva un gran fracasso.
A causa di queste misure mastodontiche gli altri abitanti ne erano intimoriti, così gli giravano alla larga.
Pione era tanto buono, timido e impacciato: a volte nel cercare di fare qualcosa di carino per gli altri combinava dei pasticci e veniva allontanato, restandoci male.
Oltre al suo corpo, anche il suo cuore era grande, ma non aveva qualcuno che lo colmasse d’amore.
Un giorno Pione era particolarmente triste: gli altri pulcini stavano giocando e lo avevano allontanato bruscamente nel momento in cui aveva provato ad unirsi al gruppo.
Vedendoli così felici e uniti, sentì risalire dentro di lui tutte le emozioni negative che aveva tentato di scacciare nel corso del tempo e divenne una furia: iniziò a piangere, sbattere le ali e le zampe dappertutto, distruggendo ciò che gli capitava a tiro.
Gli altri pulcini erano terrorizzati e scappavano via pigolando forte, aumentando così la frustrazione e il dolore di Pione.
Solo un pulcino, piccolissimo, era rimasto fermo, poco più lontano, ad osservare incuriosito la scena.
« Piolino, cosa fai qui? Veni via, prima che ti travolga! », disse un altro pulcino mentre tentava di portarlo via.
« Ma cos’ha quel pulcino? Perché è così arrabbiato? », chiese Piolino, sempre più curioso.
« Non vedi com’è grande? È solo cattivo! Allontaniamoci da lui! », rispose l’altro, impaziente di andare via.
Piolino però non l’ascoltò e corse verso Pione, che scalciava alla cieca, sordo ai richiami degli altri pulcini; gli saltò su una zampa e l’abbracciò forte forte.
Pione, vedendo quell’esserino che gli abbracciava la zampa, si calmò all’istante, si sedette e iniziò a piangere, inzuppando Piolino con una grossa lacrima.
« Mi hai fatto la doccia! », esclamò il piccolo pulcino ridendo e agitandosi per scrollarsi di dosso la lacrima. « Ora dimmi, perché sei così triste? »
« Mi sento tanto solo! Tutti hanno paura di me, ma io vorrei solo un po’ di affetto… », rispose sconsolato Pione.
« Mi dispiace tanto! Io non ho paura di te, possiamo essere amici! Non sentirti triste! », gli disse Piolino accarezzandolo.
Per tutta risposta Pione iniziò a piangere ancora più forte: « Ma gli altri avranno sempre paura di me e continueranno a starmi lontano, soprattutto dopo quello che ho fatto oggi! »
« Non temere, ci parlo io con gli altri: al contrario di come fanno con te, siccome sono piccolo piccolo e faccio tenerezza, mi danno sempre ascolto! », affermò Piolino gonfiandosi d’orgoglio, diventando una vera e propria pallina di piume.
Pione rise e lo ringraziò, guardandolo mentre zampettava verso gli altri pulcini che assistevano da lontano alla loro conversazione.
« Ehi ragazzi, avvicinatevi! », disse Piolino a tutti gli altri. « Se questo grande pulcino sta male è anche colpa vostra, che continuate ad allontanarlo perché avete paura di lui! Vuole solo fare amicizia! », continuò con tono di rimprovero.
Gli altri pulcini si sentirono il colpa e piano piano iniziarono ad avvicinarsi a Pione con cautela, lo salutarono e gli chiesero scusa, consolandolo e rassicurandolo.
Vedendo quanto fosse gentile e innocuo, tutti capirono quanto si fossero sbagliati sul conto di Pione, fermandosi solo all’apparenza e furono ben contenti di fare amicizia con lui.
Da quel giorno gli abitanti del Paese dei Pulcini furono più uniti che mai e Pione iniziò finalmente una vita felice diventando amico di tutti; in particolare strinse un forte legame con Piolino, che non poteva essere scalfito dalla differenza di stazza e, nonostante l’uno al fianco dell’altro apparissero bizzarri, nessuno mai li prese in giro, perché avevano imparato a non giudicare dalle apparenze....