martedì 24 marzo 2020

Come fanno i pappagalli a riprodurre la voce umana?

Come fanno i pappagalli a riprodurre la voce umana?
Art. Marco Cotti. 

Complice il loro apparato respiratorio ed altre accortezze di madre natura.
Come riescono i pappagalli a riprodurre la voce umana? Sono molte le  caratteristiche anatomiche, come la conformazione del loro apparato  respiratorio. Non si tratta soltanto di questo, ma anche altri piccoli  accorgimenti studiati dall’evoluzione.
Nell’immaginario collettivo il pappagallo è quel volatile appollaiato  sulla spalla destra di un perfido pirata e si diverte a sbeffeggiare la  malcapitata vittima di una ruberia oppure come il dispettoso volatile chiuso in una gabbia di una vecchia bisbetica. Non  sono solo i pappagalli ad essere in grado di riprodurre ed imitare i  suoni o le nostre parole, un esempio sono i merli indiani.
Diciamo che non sanno tutti parlare, questi volatili imitano la voce umana aiutandosi con la propria grande intelligenza. Il loro apparato respiratorio è del tutto simile alla conformazione di quello umano, cosa che gli permette facilmente di “parlare”.
Possono inoltre fare dei vocalizzi. Per emettere questi suoni, si servono di un organo che si chiama siringe.  Esso è un organo che si è collocato all’estremità della trachea. Le  siringhe si muovono quando muovono il collo mentre nel contempo  modificano la curva della trachea. Muovendo il collo i pappagalli sono in grado di modulare l’intensità o la durata dei suoni, facendoceli sentire del tutto simili alla voce umana.
Il pappagallo più bravo ad imitare la nostra voce è il pappagallo cenerino il cui nome scientifico è Psittacus erithacus.  Si tratta di una specie originaria del continente africano, di medie  dimensioni. Si tratta di uno dei pappagalli più intelligenti, per cui  possiamo dire che parla, dato che è in grado di associare un significato  alle parole che ripete.